L’evento che ti hanno commissionato comprende un pasto da condividere? Come scegliere il catering giusto per accontentare tutti gli invitati e non creare disagi di alcun tipo?
Se il motivo centrale dell’evento è il lancio di un prodotto, l’aggiornamento sullo stato finanziario aziendale o la presentazione di importanti novità, la scelta del catering non deve mai passare in secondo piano. Il momento del pasto sarà quello in cui celebrare l’occasione, rilassare le menti e ‘staccare’ dal lavoro per dedicarsi al comfort.
Con la maggiore attenzione che l’alimentazione ha raccolto in questi ultimi anni grazie ai social network, Instagram in primis, e alle più rappresentate intolleranze e allergie alimentari, la responsabilità nella giusta scelta del catering è diventata sempre più pesante.
Catering interno o esterno?
Il primo passo da compiere è verificare se la location che ospita l’evento propone un catering in esclusiva o se è in grado di proporre dei fornitori selezionati di cui si avvale regolarmente. Questi dovrebbero sempre essere considerati per primi, in quanto conoscono già la struttura e sanno bene come muoversi al suo interno. Diversamente, passate al vaglio tutte le proposte convincenti che selezionerete all’esterno, contattando una per una le aziende per ricevere i preventivi completi di tutti i servizi inclusi ed esclusi.
Oltre a una mera e doverosa comparazione sulle tariffe, bisogna considerare altri aspetti non meno secondari, come la qualità delle materie prime, l’esperienza del personale e la sicurezza.
Qualità
Per valutare la prima, la miglior modalità – se possibile – è testare il servizio in prima persona. In caso di impossibilità, valutare le valide alternative di consultare persone di fiducia che hanno provato i servizi oppure affidarsi consapevolmente alle recensioni online.
Sicurezza
Terzo, ma non da meno, è il tema della sicurezza.
Per svolgere l’attività di catering è necessario, per legge, che l’azienda abbia una licenza amministrativa per la somministrazione del cibo, un’autorizzazione sanitaria, che rispetti le norme HACCP e che abbia il Durc (Documento unico sulla regolarità contributiva), un certificato che attesta le regolari posizioni contributive dello staff.
In caso di controlli e di mancato rispetto dei regolamenti, si rischia un aumento delle spese non preventivabile. Che può lievitare anche in caso di incidenti e mancata assicurazione.
Esperienza
In un lavoro come quello della ristorazione per medi/grandi numeri, il secondo fattore che può giocare un ruolo importante è l’esperienza. Da semplice vantaggio nella corretta calibrazione delle quantità di alimenti, si può rivelare davvero utile nella gestione di richieste complesse e nel superamento di eventuali ostacoli dell’ultimo minuto.
Personalizzazione e spreco
Altri dettagli, non così secondari, sono la possibilità di personalizzazione dei servizi dei piatti, delle proposte – dal nome dei piatti alle ricette alternative per allergie e intolleranze – e dell’abbigliamento del personale, magari con un grembiule marchiato.
Da agosto 2016 in Italia, con l’approvazione della legge Gadda, il tema dello spreco alimentare ha attirato l’interesse di un numero crescente di persone. Sempre più attività hanno optato per il recupero del cibo invenduto, sia per una motivazione etica, sia per uno sgravio sulla tassa dei rifiuti in caso di donazioni verso le ONG.
La scelta di un catering attento a queste tematiche avrebbe un risvolto positivo, oltre che sull’evento, anche sull’ambiente.
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