Cos’è il Bleisure:
Quando pensiamo ai viaggi, tante sono le tipologie che ci vengono in mente: religiosi, di svago, d’arte e d’affari. Da sempre siamo abituati a considerarli come binari paralleli: un viaggio culturale non può essere anche ludico e viceversa. Negli ultimi anni, però, si sta osservando una variazione in questi termini. È in costante aumento il numero di ‘viaggi ibridi’, in cui convergono diversi tipi di interessi, a sfavore di quelli ‘monotematici’.
Nel 2009 il The Future Laboratory, per la prima volta nella storia, ha utilizzato il termine ‘bleisure’ – coniato dallo scrittore Jacob Strand dalla fusione fra le parole business e leisure – per indicare quella tipologia di viaggi che unisce il piacere al lavoro, con il tempo nominata anche ‘bizcation’, dalla liaison fra ‘business’ e ‘vacation’.
Se inizialmente i due temi potrebbero sembrare in netto contrasto, si è osservato che lavorare in condizioni di relax può aumentare l’efficienza nella produttività, a differenza di quando si lavora in condizioni di stress. Nella categoria di bleisure travel entrano a pieno diritto anche gli eventi del campo MICE, in particolare gli incentive tour, l’unico vero evento ascrivibile al mondo dei viaggi.
Alcuni dati:
L’unione di due mondi da sempre considerati distanti nello stesso viaggio può portare grossi benefici anche sul binomio lavoro-famiglia con l’opportunità – una volta per tutte – che una non escluda, ma anzi favorisca l’altra. I viaggi bleisure – il 7 % dei viaggi d’affari secondo la ricerca di Carlson Wagonlit Travel (CWT) effettuata su 29 milioni di voli dal 2011 al 2015 – sono intesi come un prolungamento dei viaggi di lavoro. C’è chi posticipa il ritorno fermandosi per il weekend – il 46 % dei businessmen – chi anticipa la partenza, il 34 %, e chi fa entrambe le cose, il restante 20 %.
La percentuale di questa sottocategoria di viaggi sta aumentando negli ultimi anni, con vantaggi per tutte le parti. I dipendenti lavorano in condizioni più agevoli, le aziende riscontrano un aumento nella produttività e nel senso di appartenenza al brand, e le famiglie – ultime ma non da meno – riescono a passare più tempo con i propri cari.
Influenze principali:
I dati variano rispetto ad alcuni fattori chiave quali l’età – fra i venti-venticinquenni la percentuale di bleisure è raddoppiata dal 7 al 15 % – e il sesso, con la quota che raggiunge l’8,5 % nelle donne. Una motivazione potrebbe essere il ridotto numero di viaggi, che spinge le persone stesse a volerseli godere maggiormente. Il tema destinazioni è anch’esso impattante: mentre per i viaggi intercontinentali il rapporto bleisure/business travel raggiunge il 18 %, con alcune punte di 24 % per la tratta Londra-San Francisco, la percentuale scende nel caso di viaggi intracontinentali – dove si abbassa a poco meno del 10 % – e nazionali, dove raggiunge solo il 5 %. Da questi dati emerge come il bleisure travel sia considerata un’opportunità per lavorare in stato di maggior relax, ma anche un’occasione per viaggiare ed esplorare nuove mete. Sono da leggere in questo senso, infatti, i maggiori picchi di viaggi bleisure/business travel per le mete distanti, nella quale non si ha la certezza di poter tornare.
Impedimenti:
Secondo una ricerca Booking effettuata nel 2017 su un campione di quasi 13.000 utenti, sono emersi altri dati molto interessanti. Il 30 % dei viaggiatori d’affari sarebbe disposto ad accettare un compenso più basso a fronte di un maggior numero di viaggi, mentre il 58 % degli intervistati ha dichiarato di non aver avuto tempo necessario per il bleisure, rispetto a un 18 %, il quale non ha potuto approfittare dell’opportunità per via dei regolamenti aziendali.