Dopo un calo dovuto alla crisi del 2008, il settore degli eventi aziendali ha ripreso a crescere, e con esso gli investimenti correlati.
Se nel 2013 i fondi destinati a questo ramo ammontavano a 770 milioni di euro, nel 2018 sono arrivati a 884 milioni (Fonte: AstraRicerche e ADC Group, XIV ‘Monitor sul Mercato degli Eventi e della Live Communication in Italia’) con una crescita dell’8,4% rispetto all’anno precedente e con una prospettiva di sfiorare il miliardo entro due anni (979 milioni) con una crescita complessiva dell’11%.
Dal Monitor si evince anche come siano in crescita le aziende intenzionate a investire nel settore dal prossimo anno (dall’86% del 2017 all’88% del 2018) non avendo investito quest’anno, oltre a quelle che hanno deciso di aumentare gli investimenti (dal 24% del 2017 al 28% del 2018) e che prevedono di farlo anche per i prossimi due anni (27,7%).
Sono aumentate di quasi 4 punti percentuale – dal 38% del 2017 al 41,7% del 2018 – anche quelle che investono in eventi più del 20% del proprio budget destinato alla comunicazione, mercato i cui investimenti pubblicitari per l’intero comparto sono cresciuti del +1,7% in un anno.
Altro argomento emerso dal Monitor è stata la preferenza espressa dalle aziende per la tipologia di evento. Nella classifica primeggiano le convention aziendali (42.8%) superando i convegni/congressi e i lanci di prodotto, mentre occupano gli ultimi posti gli eventi musicali, culturali e pubblici.
Gli eventi si confermano sempre più come un perfetto tramite tra l’azienda e i propri target, ottenendo il 78,5% di fiducia nel media mix aziendale, come testimoniato dal 90% degli intervistati, che li pianifica in modo tale da ottenere un ricordo più elevato per qualità e durata.
Ultimo grande tema del Monitor, come ogni anno, è stata la ricerca della parola d’ordine dell’anno, un termine correlato a un concetto particolarmente importante per le aziende e per i marketing manager nel mercato degli eventi.
Dopo ‘integrazione’, ‘affidabilità e ‘trasparenza’ del 2017, i tre concetti che hanno prevalso nel 2018 sono stati nell’ordine: ‘emozione’ (31,3%), ‘capacità realizzativa’ e ‘tecnologia, digitale’.